putsomec

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venerdì 23 ottobre 2009

Cercando l'ispirazione...

Si deve sempre avere l'ispirazione per scrivere?
O è come diceva Virginia Woolf? Stream of consciousness...
propenderei per quest'ultima soluzione....tanto ormai parlo senza rendermi conto di quello che dico...senza freni inibitori... tanto ormai... quando nn si ha nulla da perdere... mi rendo conto che schizzo alla grande, sarebbe meglio evitare di pensare...si meglio!
Ebbene si, mi sono accorta di essere un idiota ^_^.... ma capita anche questo...
ma che cakkio sto scrivendo? nn lo so... meglio che smetto... sennò stasera rovino il blog... portato avanti con tanta pazienza, amore, cura... ecc. volevo scrivere qualche riga per TE... ma.... ora no.... ne ho scritte... ma so che nn le hai manco mai lette... altrimenti... capiresti che non c'è nessun altra come me... evviva la modestia...
vabbèèèèè vadoooooooooo :D

mercoledì 7 ottobre 2009

Ecco perchè mi sento a casa quando vado a Potenza....




Perchè il solo guardare il paesaggio m fa sentire bene... anke se qnd m affaccio dalla finestra nn vedo il "mio" Vesuvio...


camminare in quella casa è come se camminassi in casa mia.... e la padrona di casa ke ogni volta ke torno m fa: "ah! sei tornata? dovresti tornare + spesso!"... anke se è una pazza incendiaria e fa una marmellata ke s commenta da sola..ahahahahah... in fondo è una cara signora...

Adoro guardare quel paesaggio innevato dal balcone... magari mettermi sul divano cn una coperta la sera e guardarmi un dvd... con la sola luce del camino e della TV chiaramente :)


Perchè le persone ke mi circondano sono stupende.... perchè gli amici che ci sono li è come se fossero miei amici di sempre... intendo come se fossimo cresciuti insieme...


Perchè qui c'è sempre un pezzo del mio cuore... e ci sarà per sempre...

venerdì 2 ottobre 2009

Para que tú me oigas - Perchè tu possa ascoltarmi

Para que tú me oigas
mis palabras
se adelgazan a veces
como las huellas de las gaviotas en las playas.

Collar, cascabel ebrio
para tus manos suaves como las uvas.

Y las miro lejanas mis palabras.
Más que mías son tuyas.
Van trepando en mi viejo dolor como las yedras.

Ellas trepan así por las paredes húmedas.
Eres tú la culpable de este juego sangriento.

Ellas están huyendo de mi guarida oscura.
Todo lo llenas tú, todo lo llenas.

Antes que tú poblaron la soledad que ocupas,
y están acostumbradas más que tú a mi tristeza.

Ahora quiero que digan lo que quiero decirte
para que tú las oigas como quiero que me oigas.

El viento de la angustia aún las suele arrastrar.
Huracanes de sueños aún a veces las tumban.

Escuchas otras voces en mi voz dolorida.
Llanto de viejas bocas, sangre de viejas súplicas.
Ámame, compañera. No me abandones. Sígueme.
Sígueme, compañera, en esa ola de angustia.


Pero se van tiñendo con tu amor mis palabras.
Todo lo ocupas tú, todo lo ocupas.

Voy haciendo de todas un collar infinito
para tus blancas manos, suaves como las uvas.

 

 

 

 

Perché tu possa ascoltarmi
Le mie parole
Si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.

Collana, sonaglio ebbro
Per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.

Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.

Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
Perché tu le ascolti come voglio essere ascoltato.


Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.

Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.

Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
Per le tue mani bianche, dolci come l'uva
.

 

 


 



Tengo hambre de tu boca

Tengo hambre de tu boca, de tu voz, de tu pelo
Y por las calles voy sin nutrirme, callado,
No me sostiene el pan, el alba me desquicia,
Busco el sonido líquido de tus pies en el día.

Estoy hambriento de tu risa resbalada,
De tus manos color de furioso granero,
Tengo hambre de la pálida piedra de tus uñas,
Quiero comer tu piel como una intacta almendra.


Quiero comer el rayo quemado en tu hermosura,
La nariz soberana del arrogante rostro,
Quiero comer la sombra fugaz de tus pestañas


Y hambriento vengo y voy olfateando el crepúsculo
Buscándote, buscando tu corazón caliente
Como un puma en la soledad de Quitratúe.